


Genova,
Nel 1916, un bambino di nome Grado Balestrero viene al mondo, ma la sua vita inizia con una profonda perdita. Rimasto orfano di madre nei suoi primi giorni di vita e con il padre morto a Belgrado durante la Prima Guerra Mondiale, Grado viene separato dai suoi due fratelli maggiori, Arnaldo e Giulio. I fratellini vengono adottati da due famiglie genovesi diverse, mentre Grado trova rifugio in un orfanotrofio.
Anni dopo, un contadino dell’entroterra ligure, desideroso di un figlio maschio dopo aver avuto solo figlie femmine, decide di adottarlo. In questa nuova famiglia, Grado cresce circondato dall’affetto e dall’amore.
Quando Grado compie diciotto anni, durante una calda giornata di lavoro nei campi, accade qualcosa di straordinario: i suoi fratelli, Arnaldo e Giulio, appaiono all’improvviso. Non avevano mai smesso di pensare a lui, il loro fratellino più piccolo, e, dopo una lunga insistenza con l’orfanotrofio, erano riusciti a scoprire dove viveva. Da quel giorno, i tre fratelli non si separarono mai più. Nonostante gli anni trascorsi lontani, il legame che li univa era rimasto intatto.
Grado, pur mantenendo uno splendido rapporto con la sua famiglia adottiva, sceglie di seguire i suoi fratelli a Genova. Qui inizia la sua vita lavorativa, accettando umilmente diversi impieghi. Tuttavia, presto comprende che il suo vero amore è il mare. Quel richiamo irresistibile lo accompagna per tutta la vita: trascorre oltre vent’anni nella Marina Militare e molti altri a bordo di imbarcazioni e nei cantieri navali liguri.
Nel 1950, Grado approda a Chiavari e si innamora del quartiere di via Marina Giulia, all’epoca circondato dal mare e abitato da pescatori. Qui decide di mettere radici, costruendo la sua famiglia e lasciando un segno indelebile.
Oggi, quella casa, Ca do Maina, porta il suo nome e racconta la sua storia. È un omaggio a lui, al mio amato papà: un uomo buono, libero e profondamente legato al mare.
Con affetto,
Eliana
Famiglia Balestrero